05/04/2021
Riforme, impianti e Giochi: le sfide del presidente federale Giuseppe Manfredi
Giuseppe Manfredi è il decimo presidente della Federazione Italiana Pallavolo, in carica per il quadriennio olimpico 2021-2024. A Fipav Fvg ha raccontato delle ambizioni future tra le riforme, i nuovi impianti, le principali sfide ed i Giochi Olimpici.
Quali sono le sfide a lungo termine che la pandemia impone alla pallavolo?
Dobbiamo essere bravi a stare insieme per superare collettivamente questo momento mettendocela tutta per riprendere il prima possibile. Questa è una sfida a brevissimo termine perché dovremmo cercare di farci trovare pronti non appena le strutture che sono state chiuse riapriranno. Abbiamo la volontà di intervenire con priorità sui nostri ragazzi per riportare i più piccoli in palestra: il sistema si basa sui giovani, senza di loro non ci sarebbe futuro per lo sport. Ci manca il campo, è triste vedere gli spazi vuoti come è triste abbandonare i bambini alla play station senza riuscire a permettere loro di tornare sul parquet e stiamo lavorando sodo per farli tornare.
Ha recentemente incontrato il Ministro Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, avete affrontato qualche tema specifico?
Il legame con Giorgetti è un rapporto di stima ed amicizia; è presto per porre in essere discussioni specifiche. Con il Ministro non abbiamo affrontato nessun tema relativo alla nostra attività ma ci sarà il tempo per discutere ampiamente i nostri progetti. La stessa sottosegretaria allo Sport (Valentina Vezzali, ndr) si è insediata da poco ma siamo convinti di poter aprire presto un dialogo più che costruttivo.
Potrebbe esserci lo spazio per chiedere allo Stato una maggiore detraibilità fiscale, sia sulle quote che sulle erogazioni liberali di privati? Anche per alleggerire il peso delle chiusure.
Abbiamo un ampio ventaglio di soluzioni e numerose strade da percorrere senza chiudere le porte all’innovazione che può portare dei miglioramenti per i nostri atleti e per le nostre società. A proposito di queste ultime, abbiamo l’intenzione di attivare una serie di interventi mirati per favorire la ripresa ed il loro sostentamento economico. Non abbiamo la bacchetta magica, ne siamo ben consapevoli, ma metteremo in campo tutte le risorse necessarie e tutti gli strumenti percorribili al fine di favorire lo sviluppo del nostro sport. Il modello Art Bonus? È un’opzione che va presa in considerazione tenendo conto che rientriamo in un sistema organizzativo più ampio come quello del Coni e molte decisioni saranno prese in sinergia con il Comitato Olimpico nazionale.
Ultimamente ha parlato di impiantistica, abbracciando il modello che ha messo in atto la FIGC per la realizzazione campi periferici. Qual è l’obiettivo e in quanto tempo conta che si possa realizzare? Le palestre scolastiche – essenziali – hanno una centralità in questo progetto?
Come detto, ci stiamo concentrando su più fronti e il tema degli impianti è molto caldo in gran parte del territorio: siamo in contratto con il Credito Sportivo per valutare la fattibilità di un progetto ambizioso che parte dalle palestre con diverse soluzioni sia nelle periferie, con impianti ex novo, che nelle strutture esistenti con interventi di manutenzione e ristrutturazione in collaborazione con gli enti locali e le scuole che sono il punto cardine del nostro movimento. È presto per parlare di tempistiche ma una volta steso un progetto serio e su larga scala saremo in grado di accertare con precisione i passi da fare e calcolarne la durata.
Siamo all’alba di una Riforma dello sport che ha varie ripercussioni sul settore, tante positive mentre alcune preoccupano e non poco le piccole società. Come valuta questo decreto?
L’entrata in vigore della Riforma dello Sport è stata rinviata al primo gennaio dell’anno prossimo e questo è un sintomo di un’applicabilità che a volte è carente. Sulle tutele siamo tutti d’accordo, l’importante è capire come e quanto sia sostenibile per le piccole società in termini finanziari e di responsabilità. Siamo favorevoli ad ogni riforma, l’importante è capire bene su chi grava l’onere di un sistema molte volte estraneo al mondo professionistico e se questa innovazione è percorribile. Per quanto riguarda l’abolizione del vincolo sportivo è un passo grande ma non possiamo permetterci che le società smettano di fare attività giovanile e di coltivare talenti: bisogna capire con estrema precisione, come si dice, se la spesa vale l’impresa.
Capitolo olimpiadi: ci avviciniamo a Tokyo, firmerebbe per una medaglia d’argento?
Non firmo nulla, per principio. L’unica cosa di cui sono certo è che andremo in Giappone a dare il massimo e per farlo, stiamo già preparando al meglio la spedizione olimpica. Tutta la squadra ha voglia di fare bene; sicuramente l’Italia ha sempre saputo rendersi meritevolmente protagonista in queste manifestazioni. Io non sono scaramantico e posso garantire che torneremo dai Giochi avendo dato tutto: per questo non metterei la firma su una medaglia d’argento.
È favorevole alla vaccinazione degli atleti e delle atlete coinvolte? Ed è d’accordo con l’intervento di Malagò che ha rimesso questa decisione alla politica?
Ho trovato corretto l’intervento di Malagò perché è giusto che gli atleti e le atlete siano garantite anche da un punto di vista fisico e questa è una decisione che senz’altro spetta al governo. Ci sono tantissime categorie in attesa e con priorità; so che il Cio sta cercando di procurarsi delle dosi ed è una decisione che ratificheremmo ma che non spetta a noi.