12/04/2021
Luciano Cecchi, vicepresidente Fipav: "Investire in qualità e sui grandi eventi"
Agevolare l’attività delle società, rafforzare la formazione dei dirigenti, riprendere al più presto la promozione nelle scuole, stimolare le pubbliche amministrazioni ad investire nell’impiantistica. Sono questi gli “ingredienti” principali per la ripartenza del mondo del volley nazionale, così come declinati dal romano Luciano Cecchi, uno dei due vicepresidenti di Fipav per il quadriennio 2021-2024.
“Non si tratta di una mia ricetta per uscire dalla pesante emergenza causata dall’epidemia”, precisa Cecchi, classe 1952, che vanta un curriculum di grande spessore: giocatore, poi tecnico fino a diventare presidente della Commissione Nazionale Allenatori, a lungo presidente del Comitato Regionale Lazio, già vicepresidente nazionale. “La priorità di affiancare e sostenere quanto più possibile le nostre società, dalla più strutturata alla più piccola per dar gambe alla ripartenza e alimentare il loro impegno e il loro entusiasmo, nasce da una precisa volontà di tutta la Federazione. Su questo intendiamo continuare ad agire in maniera concreta, nel solco di quanto già fatto e deciso lo scorso anno, in condivisione con tutte le strutture federali”.
“Intendo non solo agevolazioni sul piano economico, come già fatto in questa sfortunata stagione che con tanta difficoltà anche se a singhiozzo stiamo cercando di portare a termine”, indica il vicepresidente. “C’è anche il capitolo fondamentale della formazione dei dirigenti sportivi, dalla base al vertice, nelle diverse funzioni. E’, questo, un aspetto chiaramente indicato nel programma del presidente Manfredi e del nuovo gruppo dirigente per questo quadriennio. Non è solo un obbligo indicato dalla riforma dello sport appena approvata ma è soprattutto un imperativo e un interesse collettivo del nostro movimento. Maggiore qualità diamo alla componente dirigenziale, più facile sarà riprendere il cammino e far crescere le nostre società”.
Lei è stato insegnate e si è adoperato per la promozione della pallavolo nel mondo della scuola, anche organizzando tornei molto coinvolgenti sia a livello educativo che di competizione.
“La scuola ovviamente rimane fondamentale per lo sviluppo del nostro sport ma è anche palese che in questo momento saremmo fuori tono a voler proporre qualcosa in quell’ambito, con le problematiche della Dad. Resta il fatto che siamo pronti a rimetterci in moto quando la situazione tornerà alla normalità, ricominciando a lavorare su tutte le iniziative cui abbiamo dato vita in questi anni, ad iniziare dal Volley S3 che sappiamo essere un progetto dinamico, giovane, immediato e che ha regalato ottimi risultati”.
Tuttavia non c’è crescita senza impianti adeguati. Un aspetto che vede in sofferenza tutti gli sport indoor.
“E’ vero, in generale in tutta Italia c’è una tendenza agli investimenti sul calcio o, talvolta, su strutture polivalenti all’aperto che hanno costi inferiori rispetto ad una palestra e un palasport ma non possono essere utilizzate lungo l’intero arco dell’anno. Occorre che il Governo e le Pubbliche amministrazioni comprendano che investire nell’impiantistica sportiva in generale – e non solo nel calcio – si trasforma in un ritorno in termini di salute e di benessere. Ci auguriamo di portare in tutte le regioni italiane questo messaggio e di incidere sulle amministrazioni”.
Nel 2013 la FIPAV è stata riconosciuta dal Consiglio Nazionale del Comitato Italiano Paralimpico, in riferimento alla disciplina del Sitting Volley, come Federazione Paralimpica. E’ corretto affermare che non sempre si riescono a dare opportunità ai giovani diversamente abili perché spesso l’accessibilità delle palestre è piuttosto complicata?
“Ricordo che l’abbattimento delle barriere architettoniche è un obbligo di legge, è la base fondamentale per favorire l’accesso a tutti. Garantire l’inclusione sociale e sportiva anche dei giovani diversamente abili è un obiettivo che dobbiamo perseguire. La Fipav è di tutti. La nostra commissione impianti, quando viene chiesto un parere su un nuovo progetto, vigila affinché questo elemento di cultura e di civiltà venga rispettato”.
La promozione si fa anche attraverso i grandi eventi, di cui lei è particolarmente esperto in quanto in occasione degli Europei 2005 e dei Mondiali 2010, 2014 e 2018 ha avuto il prestigioso incarico di Direttore Esecutivo.
“Certo, come Federazione siamo sempre impegnati su questo aspetto, che ha sempre un ritorno di immagine per i territori che ospitano grandi tornei e soprattutto favoriscono la conoscenza della nostra disciplina. Per questo a settembre avremo il mondiale under 21 maschile in Sardegna e il prossimo anno l’Europeo under 20, sempre maschile”, afferma il vicepresidente Cecchi, aggiungendo di ricordare con particolare piacere il girone dei mondiali femminili ospitato a Trieste nel 2014 e il “grandissimo lavoro fatto allora con le Amministrazioni comunali e regionali, oltre che naturalmente con gli organismi locali di Fipav. Ricordo l’ottimo rapporto con l’assessore regionale Elio De Anna, grande uomo di sport”.
Due tornei di alto livello in un settore, quello maschile, che in Italia conta un numero di tesserati inferiore rispetto a quello femminile. Si può pensare di superare questo gap e di favorire il reclutamento tra i maschietti?
“La scelta che aveva fatto il precedente Consiglio federale di affidare un incarico a Julio Velasco andava proprio nel senso di riallargare gli orizzonti del tessuto maschile, che vive maggiore concorrenza da parte di altre discipline, in particolare il calcio. E’ un lavoro che ha già dato qualche frutto, in particolare nella composizione delle nazionali giovanili. Anche i comitati regionali e territoriali si stanno impegnando in questa direzione. Vedremo di mettere ancora di più a sistema una proposta sempre più incisiva”.